Paolo Pacitto infermiere esperto in cura delle lesioni difficili(ausl lt )

                                 Wound Care

Via Condotto Parco delle rose n.50

04023 Formia (Latina)

Tel fax 0771266740 3392817503 paolopacitto3@libero.it

                                                                                                                                                                            


Si fa presente che le informazioni fornite hanno finalità di informazione senza scopo di lucro.

Le fotografie presentate possono avere un impatto visivo che può turbare persone impressionabili.

 

 

Lesioni da pressione o piaga da decubito

COME GUARIRLE, MA IN PARTICOLAR MODO COME PREVENIRLE

Trattamento delle lesioni da pressione in base alle stadiazioni, con trattamenti topici avanzati.

Linea guida per operatori sanitari

 

Premessa

 

Le ulcere da decubito, o lesione da pressione,  come noto,  rappresentano una patologia molto frequente,  soprattutto in ambito ospedaliero,  e la conoscenza che noi Infermieri Professionali abbiamo ci deriva principalmente dall'esperienza acquisita negli anni, dai vari corsi di formazione,  si basa su tecniche supportate da  attuali evidenze scientifiche . In tale ambito,  noi operatori esperti in cura delle lesioni difficili,  abbiamo sentito l'esigenza di realizzare un documento dì utilizzo per operatori sanitari in particolare colleghi infermieri, che vogliono avvicinarsi ad un approccio terapeutico scientifico avanzato. 

 

 

Le piaghe da decubito, o ulcere da pressione, sono evenienze frequenti che intervengono quale complicanza di malattie che costringono all’immobilità a letto o su sedia a rotelle. Provocando un aumento della pressione delle ossa sulla cute con conseguente danno cellulare, il danno provocato da tale pressione esercitata sui tessuti cutanei viene  valutato in 4 stadi, incidono molti altri fattori come, la cattiva mobilizzazione, la perdita di peso con successiva diminuzione di proteine, vitamine, una scarsa igiene, l’incontinenza, determinate patologie di base, ecc. Rendono il soggetto che ne è affetto un paziente ad elevato bisogno assistenziale la cui gestione richiede mezzi, personale e costi elevati. Possono insorgere a qualsiasi età, ma sono più frequenti nel paziente anziano: si stima che l’11% dei soggetti ospedalizzati di età superiore a 65 anni vada incontro a tale patologia. In pazienti istituzionalizzati l’incidenza delle piaghe da decubito è maggiore, con tassi che arrivano al 25% di tutti gli ospiti. La mortalità per piaghe da decubito è particolarmente elevata, circa 4 volte superiore a quella di tutti gli altri pazienti ricoverati.

È difficile stimare numeri e costi delle piaghe da decubito nella popolazione generale. I dati che sono disponibili in letteratura si riferiscono agli USA dove a causa delle piaghe ogni anno si “perdono” 2 milioni di giornate lavorative e a seconda delle diverse valutazioni il costo delle piaghe oscilla tra i 1,68 e i 6,8 miliardi di dollari.

«È il nostro spauracchio maggiore. Si riesce magari a risolvere gravi problemi diagnostici o terapeutici ma veniamo puniti dall’ insorgenza del decubito che vanifica tutto il lavoro fatto. Si tratta di un grave problema di salute pubblica, fortemente invalidante e di elevato impatto -. Alterazioni dello stato di coscienza, tempo di degenza a letto,  accidenti cerebrovascolari e disordini nutrizionali sono i fattori di rischio che hanno una correlazione più significativa per lo sviluppo delle piaghe. Ma il fattore età gioca un ruolo molto importante: l’epidermide dell’anziano è infatti più vulnerabile a causa di numerosi fattori quali la ridotta capacità rigenerativa e la degenerazione delle fibre elastiche».

Trovo fondamentale da parte dell’infermiere, prevenire e curare tali complicanze.

 

Progetto

 

La realizzazione di questo progetto vuole rappresentare un punto di partenza per l'avvio di un procedimento di miglioramento della qualità dell'assistenza infermieristica,  che non si misura solo sulla base della cura ricevuta,  ma anche da una serie di trattamenti rivolti a migliorare la qualità di vita dell'utente ospedalizzato oppure a domicilio. L'impiego della scheda ci permetterà in futuro di realizzare nell'ambito delle  Unità Operative protocolli assistenziali mirati a prevenire o risolvere l'insorgenza di queste lesioni. Questa scheda è stata realizzata suddividendola in due parti: la prima parte si avvale di una tabella nella quale viene assegnato un punteggio ad un certo numero di caratteristiche del paziente; ci indica un rischio lieve se il punteggio è superiore a 10 elevato se il punteggio è inferiore o uguale a 10.

Questo ci consente di valutare con maggiore precisione se e quando un paziente è a rischio e,  pertanto,  quando è necessario adottare misure preventive. La seconda parte della scheda viene impiegata per la classificazione delle ulcere da decubito ed il trattamento mirato in quei pazienti che già presentano la lesione o la svilupperanno nel corso della degenza.

Tale classificazione distingue quattro stadi della lesione sulla base di alcune caratteristiche ben precise. Identificare esattamente il tipo e grado di lesione permette di adottare trattamenti adeguati, inoltre evita che ciascun operatore effettui delle medicazioni diverse dall’altro operatore, provocando solo danni, in questo modo unifichiamo un solo tipo di trattamento. In questa prima fase il nostro obiettivo è quello di impiegare questa scheda per il 90% circa dei pazienti,  al fine di identificare quelli maggiormente a rischio e che potrebbero sviluppare una lesione da decubito durante la degenza.

 

 


 

 

 

RELAZIONE

 

1 - INTRODUZIONE

2 - DEFINIZIONE E STADIAZIONE

3 - IDENTIFICAZIONE DEI PAZIENTI AD ELEVATO RISCHIO

4 - LA PREVENZIONE E L'USO DEI PRESIDI E AUSILI

5 - TRATTAMENTO DELLE PIAGHE DA DECUBITO - LINEE GUIDA E PROTOCOLLI

6 - MATERIALI ESISTENTI IN COMMERCIO

7 - CONCLUSIONI

▪  ▪  ▪  ▪  ▪

 

1- INTRODUZIONE

Le piaghe da decubito costituiscono una patologia che può interessare qualsiasi età,  ma sono di gran lunga prevalenti nel soggetto anziano. Il tempo medio di guarigione,  qualora si tratti di una piaga di gravità intermedia e non insorgano complicanze,  è di circa due-tre mesi.

Il costo umano per il paziente ed economico per la società di questa patologia è molto elevato. Il trattamento delle piaghe da decubito rappresenta uno di quei problemi che a tutt' oggi,  nonostante i numerosissimi studi condotti sulla materia e la quantità di ausili e presidi a disposizione,  non ha ancora trovato una soluzione definitiva.

Ci si rende subito conto che questo è un problema largamente diffuso,  sia nei presidi ospedalieri che a livello territoriale,  che vede attivamente coinvolte più figure professionali (medici,  infermieri,  terapisti della riabilitazione). Allo stadio attuale esistono in commercio moltissimi differenti superfici di supporto per eliminare la pressione,  parimenti esistono almeno altrettanti differenti prodotti per la cura delle piaghe,  dai detergenti ai fattori di crescita. Vengono proposte linee guida per il trattamento e la stesura di protocolli,  ma il punto cruciale sta forse che le piaghe da decubito sono un problema con molti risvolti (problema clinico,  farmacologico,  assistenziale, ecc.).

 

 

2- DEFINIZIONE E STADIAZIONE

Per lesioni da decubito si intende un'alterazione tessutale ad evoluzione necrotica che interessa i tessuti molli interposti tra superficie d'appoggio ed osso sottostante. Tale patologia deriva dal decubito prolungato in posizione obbligata,  insorge in sedi particolarmente predisposte ed è favorita da fenomeni locali o generali. Tale evenienza si realizza più frequentemente nell'ordine alle regioni sacrali,  calcaneari e sovratrocanteriche. Nei casi più gravi però qualsiasi area cutanea sovrastante una superficie ossea può essere interessata.

Si possono distinguere tre stadi anatomo patologici e clinici:

 

STADIO 1

Eritema della cute,  non reversibile alla digitocompressione.

STADIO 2

Ferita a spessore parziale che coinvolge l'epidermide e/o il derma.

STADIO 3

Ferita a tutto spessore che implica danno o necrosi del tessuto sottocutaneo che si può estendere alla fascia senza però attraversarla.

STADIO 4

Ferita a tutto spessore con estesa distruzione dei tessuti,  necrosi o danno ai muscoli,  ossa,  e strutture di supporto.

 

3 - IDENTIFICAZIONE DEI PAZIENTI AD ELEVATO RISCHIO

II primo fattore di rischio per l'instaurarsi delle piaghe da decubito è rappresentato da tutte quelle condizioni in cui si ha un'alterazione della mobilità,  per cui le categorie che più facilmente possono andare incontro a questo tipo di lesioni sono rappresentate dalle persone immobilizzate per vari motivi: Vengono denominate Norton positive.(vedi scala di Norton)

 

-

soggetti anziani

-

soggetti in coma

-

soggetti con involuzione psichica

-

soggetti con lesioni neurologiche (paralisi,  paraplegia)

-

soggetti affetti dal morbo di Parkinson

-

soggetti fratturati operati di osteosintesi

-

soggetti con apparecchi gessati

-

soggetti diabetici o ipertesi (per la presenza di co-fattori di rischio per il danno al  microcircolo).

 

Nelle divisioni di Medicina possiamo considerare tre diverse categorie di pazienti in età avanzata:

 

-

soggetti che hanno definitivamente perduto la loro autosufficienza

-

soggetti che mantengono la loro autonomia,  malgrado una condizione di malattia

-

soggetti collocabili in una categoria intermedia (la maggioranza) al limite dell'autonomia o con   autosufficienza parziale,  che può essere perduta in qualsiasi momento durante l'ospedalizzazione per le seguenti cause:

a - la sovrapposizione contemporanea di più eventi morbosi
b - le complicanze intercorrenti
c - il non impegno riabilitativo e di riattivazione
d - la trascuratezza di alcuni criteri preventivi dei rischi
e - un episodio critico non previsto (per esempio arresto cardiaco).

 

 

 

Il soggetto anziano è il paziente a più elevato rischio di piaghe da decubito,  perché l'epidermide e il derma presentano già fisiologicamente delle caratteristiche involutive,  come la diminuita capacità rigenerativa delle cellule basali o la degenerazione delle fibre elastiche o la riduzione del letto vascolare,  che le rende meno difesi nei confronti delle aggressioni ambientali.

Quindi la condizione di immobilità prolungata agiscono sulla cute,  cioè sull'insieme di derma ed epidermide,  con tre principali tipi di forze: una forza compressiva,  la più importante nel determinare le piaghe da decubito,  una di stiramento ed una di macerazione.


    

FATTORI FAVORENTI LA FORMAZIONE DELL'ULCERA DA PRESSIONE

Condizioni cliniche

- anemia

- diabete

- disvitaminosi

- squilibrio idro-salini

- malnutrizione

- infezioni

- obesità

- stati cachettici o comatosi

- stati di shock

- ipepiressia

Interventi chirurgici

Cause iatrogene

- tranquillanti maggiori

- benzodiazepine

- miorilassanti

- radiazioni

- pomate irritanti

- sostanze sgrassanti

- lozioni

Sindrome ipocinetica

Patologie neurologiche 

- paralisi, paresi

- rigidità extrapiramidale

- alterazioni sensoriali

Cause locali

- turbe vascolari

- ipoestesia o anestesia

- ustioni

- infezioni

- dermatiti

- edemi

- sudore e deiezioni

- biancheria ruvida, con pieghe

- cateteri, sondini

- apparecchi gessati

- uso di padelle, cinti erniari

 

 


 

Il trattamento sotto riportato è indicativo; le lesioni devono essere trattate in base alle eventuali complicanze che possono presentarsi ad ogni cambio di medicazione, deve essere fondamentale la valutazione di un infermiere esperto in wound care (cura delle lesioni difficili)


 

Lesione da pressione stadio 1

 Eritema stabile della pelle (non lacerata) non reversibile alla digitopressione; il segnale preannuncia l'ulcerazione della pelle.

1)       Posizionare materassino ad aria del tipo dinamico (codice iso 03.33.06.018 materasso ad aria con camera a gonfiaggio alternato, con compressore)

2)       Se il paziente presenta incontinenza alle urine, posizionare:
nell’uomo, catetere esterno in silicone auto adesivo, previo tricotomia,  codice iso 09.24.09.003 da scegliere il giusto diametro, 
se il paziente non riesce a mantenere in sede il catetere esterno, passare al catetere a permanenza,  codice iso 09.24.03.033 con busta sterile
nella donna, catetere a permanenza a circuito chiuso. Queste 2 manovre devono essere effettuate anche nelle lesioni di secondo, terzo, quarto stadio

Medicazione del tipo avanzato,  in lesione di primo stadio.

Osservare n.1 e n. 2

3) Irrigare la lesione con fisiologica

4) tamponare con garza sterile

5) posizionare placca idrocolloidale, oppure film permeabile ai gas,

molti studi hanno evidenziato anche l’utilizzo sin dal primo stadio delle schiume idrocellulari in poliuretano, per diminuire la pressione nella zona di lesione.

In questo stadio in alternativa alle medicazioni avanzate possono essere usate anche delle ottime creme nutrienti per la cute.

Medicazione da rinnovare,  se rimane bene in sede,  1 volta ogni 2\3 giorni, da valutare la permanenza della medicazione in sede(fare attenzione agli spostamenti del paziente, sfregamenti ecc)

 

lesione da pressione stadio 2

. STADIO 2: Ferita a spessore parziale che coinvolge l'epidermide e/o il derma. L'ulcera è superficiale e si preannuncia clinicamente come un'abrasione, una vescica o una leggera cavità

1)     in caso di infezione, irrigare con fisiologica,

2)     posizionare medicazioni a base d’argento, (se la lesione si presenta con cavità bisogna usare disinfettanti a polvere),

3)     Chiudere con garze sterili, con supporto di cerotto in TNT.(molte medicazioni in commercio possono rimanere anche 1 settimana, da rimuovere solo le garze sterili in caso di presenza di essudati)

4)     Interrompere il trattamento dopo la regressione dell’infezione da rinnovare in caso di super infezione 1 volta al giorno

5)     Se la lesione non presenta infezione, irrigare con fisiologica

6)     Posizionare idrocolloide.

Medicazione da rinnovare 1 volta ogni 2\3giorni.

 

Lesione da pressione di  stadio  3

STADIO 3: Ferita a tutto spessore che implica danno o necrosi del tessuto sottocutaneo e che si può estendere fino alla fascia sottostante, ma senza attraversarla. L'ulcera si presenta clinicamente come una profonda cavità che può o non può essere sottominata.

 


1)      se presenta infezione trattare come schema sopra

2)      dopo aver ottenuto la regressione dell’infezione, irrigare con fisiologica

3)      se la lesione presenta tessuto necrotico, oppure fibrina, bisogna effettuare uno sbrigliamento che può avvenire con vari prodotti esistenti in commercio, possiamo usare gli idrogel, che con il loro potere idratante riescono ad ammorbidire l’escara, fibrina, (sbrigliamento autolitico) oppure con asportazione chirurgica, possono essere usati anche sostanze enzimatiche.vedi WBP

4)      chiudere con supporto finale di pellicola, serve a permettere che l’idrogel rimanga saldamente sulla zona,

5)      chiudere con garze in TNT

medicazione da rinnovare ogni 2\3giorni.(in base alla permanenza in sede)

6)      Dopo aver ottenuto lo sbrigliamento della lesione(assenza totale di fibrina e tessuto necrotico)

7)      Irrigare con fisiologica

8)      Se la lesione è molto essudante posizionare alginato, poliuretani per zone cavitarie, carbossimetilcellulosa, modulatori per la lesione,  la zona deve essere in un ambiente umido ideale, ne troppo disidratata, ne troppo umida.

9)      Chiudere con schiume idrocellulari in poliuretano con bordo adesivo.

Rinnovo della medicazione ogni 4\5 giorni. Da valutare in base alla produzione di essudati

 

Lesione da pressione STADIO 4

Ferita a tutto spessore con estesa distruzione dei tessuti, necrosi o danno ai muscoli, ossa o strutture di supporto (tendini, capsula articolare ecc.). È frequente ma non costante l’infezione della piaga

                      

1)     in caso di infezione eseguire trattamento come sopra

2)     in caso di presenza di necrosi, fibrina eseguire trattamento come sopra

3)     dopo aver ottenuto regressione dell’infezione, della fibrina, necrosi.

4)     Irrigare con fisiologica

5)     Posizionare all’interno alginati, poliuretani per lesioni cavitarie, carbossimetilcellulosa, modulatori delle lesioni,

6)     Chiudere con schiuma idrocellulare in poliuretano.

Rinnovare la medicazione ogni 4\5giorni. In base alla produzione di essudati, può rimanere anche 6 GIORNI

 

Maggiori complicanze delle lesioni:

fig n 1

lesione da pressione  sacrale con presenza di enorme zona necrotica.

 

fig n 2                                                     

lesione da pressione con presenza di zona necrotica,  fibrina, infezione.

 

Prima di procedere al trattamento di guarigione, bisogna assolutamente far regredire tutte le complicanze che possono ostacolarlo, infezione, tessuto necrotico, tessuto fibroso, gestione dell’essudato, correzione disfunzione cellulare, correzione squilibrio biochimico .fig n1 fig n2 questo processo viene chiamato (WBP)  WOUND BED PREPARATION preparazione del letto della lesione. Si consiglia di seguire algoritmo di Falanga.

La WBP è alla base di ogni processo di guarigione della lesione,

 

 

LESIONE DOPO AVER EFFETTUATO UNA  WBP.

LA LESIONE SI PRESENTAVA CON ENORME ZONA DI NECROSI, FIBRINA, SUPER INFETTA . Dopo il trattamento di wbp si notano solo dei tendini, la lesione ora è pronta al processo di guarigione, moltissimi sono i prodotti per poter facilitare il processo di cicatrizzazione, possono essere usati le carbossimetilcellulosa, gli alginati, i collageni, i moderni fattori di crescita, oppure innesto cutaneo sintetico. Importantissimo è il controllo degli essudati.
Sono fondamentali un’ottima medicazione avanzata in schiuma di poliuretano, associata ad una medicazione di contatto della lesione; deve avere degli eccellenti poteri assorbenti, in modo da creare un ottimo ambiente umido. In tal caso la medicazione deve rimanere in sede per 3\4 giorni

1)     Necrosi, fibrina

2)     detergere la lesione con fisiologica.

3)     Posizionare, con l’aiuto di un abbassalingua sterile, Icurafil gel

4)     Chiudere con POLYSKIN MR

La medicazione va rinnovata 1 volta ogni 2\3 giorni, fino al completo sbrigliamento della lesione.

 

Considerazioni finali

Attualmente molti pazienti dopo la degenza vengono dimessi dalle unità operative senza alcuna indicazione di trattamento topico della lesione.
Dopo la visita a domicilio da parte del servizio territoriale, prima della prescrizione dei prodotti trascorrono molti giorni, con peggioramento delle condizioni cliniche dovute al ritardo del trattamento topico delle lesioni. A mio avviso è giusto che il paziente sia dimesso con prescrizione dei prodotti di medicazione avanzata di nomenclatura, e di accurato schema di trattamento topico.

È possibile prescrivere i prodotti con la codifica iso, in pazienti affetti da invalidità al 100%.

Anche durante il ricovero presso strutture pubbliche o private convenzionate, il parente deve recarsi in sanitaria, dove viene effettuato il preventivo, poi deve recarsi all’asl di appartenenza dove viene autorizzato.  A questo punto può ritirare il materiale in sanitaria. Il trattamento segue il paziente a domicilio.

In caso di necrosi o di fibrina possono essere ordinati per la stessa lesione l’idrogel, la medicazione idrocellulare.

Per ogni tipo di lesione può essere ordinato una fornitura mensile di medicazione.(esempio paziente affetto da lesione del trocantere, e del sacro, si possono prescrivere per ogni lesione una fornitura mensile).

 

 

 

 

 

PRESCRIVIBILITA' DELLE MEDICAZIONI IN ITALIA

 

Prescrivibilita' e fornitura delle medicazioni per lesioni cutanee in Italia sono regolamentate dal Ministero della Sanità (D.M. 27/08/99, n. 332) e sono di competenza delle regioni ed AUSL. Il regolamento nazionale del Ministero della Sanità salvaguarda le quantità delle protesi ottenibili e la libera scelta dell'ausilio protesico più congeniale.

 

CHI SONO GLI AVENTI DIRITTO ?

Hanno diritto alla prescrizione di tali ausili gli adulti invalidi (anche in attesa di riconoscimento) ed i minori di anni 18 non deambulanti e/o affetti da patologia grave che obbliga alla degenza continua.

 

COME SI OTTIENE LA FORNITURA DELLE MEDICAZIONI ?

1.      Occorre innanzi tutto una prescrizione rilasciata dallo specialista della ASL o di un presidio sanitario pubblico, che contenga:

2.   La ASL autorizza la fornitura sulla base della prescrizione; l'autorizzazione deve riportare il numero di codice (Codice ISO)

3.      L'assistito, o un suo delegato, ritira i prodotti presso una sanitaria iscritta all'albo dei fornitori autorizzati o una farmacia (privata o ospedaliera)

All'atto del ritiro del prodotto, l'assistito, o chi ne esercita la tutela, dovrà rilasciare una dichiarazione di ricevuta al fornitore


ll Decreto del Ministero della Sanità del 27 agosto 1999, n. 332 (in S.O.G.U. n. 227/99) ha sancito il regolamento recante norme per le prestazioni di assistenza protesica erogabili nell'ambito del Servizio sanitario nazionale. Il codice EN/ISO n.09.21 (ausili per la prevenzione e trattamento lesioni cutanee) stabilisce la famiglia di appartenenza degli ausili per lesioni cutanee.


AUSILI PER LA PREVENZIONE E
TRATTAMENTO LESIONI CUTANEE 09.21

Descrizione

Codie ex D.M. 28/12/92

Codice Classificazione ISO

quantitativi massimi concedibili

Bendaggio flessibile autoadesivo idroattivo o gelificante, in confezione singola sterile

a

09.21.12

a

Formato con una superficie totale flessibile idroattiva di cm 10x10

501.21.25

09.21.12.003

10 pz al mese

Formato con una superficie totale flessibile idroattiva di cm 20x20

501.21.25

09.21.12.006

6 pz al mese

Formato sagomato con una totale superficie flessibile idroattiva non inferiore a 60 cm

a

09.21.12.009

10 pz al mese

Formato sagomato con una totale superficie flessibile idroattiva non inferiore a 120 cm²

a

09.21.12.012

6 pz al mese

Pasta, gel o idrogel atta ad assorbire l'essudato, prescrivibile esclusivamente in associazione con gli ausili di cui al
codice 09.21.12

a

09.21.18.003

1 flacone di pasta da 100 gr. o di gel da 50 gr. al messe

 

N.B. I quantitativi massimi dei bendaggi prescrivibili mensilmente, di cui ai codici 09.21.12/003/006/009/012, sono da intendersi previsti per ogni zona sottoposta al decubito ed in relazione alla estensione.

Estratto dalla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana
Supplemento Ordinario alla "Gazzetta Ufficiale" n.227 del 27 settembre 1999 Serie Generale

 

 

Materiale prescrivibile in paziente invalido affetto da lesione

 

1)      materassino ad aria del tipo dinamico con compressore cod iso 03.33.06.018

2)      protezione per tallone in fibra cava siliconata cod iso  03.33.09.006

3)     catetere esterno per uomo auto adesivo  cod iso  09.24.09.003

4)     catetere a permanenza cod iso 09.24.03.003

5)     medicazioni avanzate

 

Chi rompe paga

La formazione delle piaghe da decubito,  indice di cattiva assistenza e di bassa qualità delle prestazioni sanitarie,  può essere sanzionata.
Oltre alla segnalazione ai direttori delle ASL,  per i provvedimenti amministrativi,  il danno determinato dall'insorgenza della piaga può trovare un risarcimento in sede civile. E' da notare che il danno consiste sia nella lesione fisica sia nelle conseguenti spese che il paziente dovrà sostenere per l'assistenza e la riabilitazione.
Essendo l'insorgenza del disturbo dovuta all'omissione di un piano di prevenzione o alla sua mancata esecuzione,  si possono chiamare in causa sia la ASL sia il primario del reparto che a diverso titolo risponderanno dei danni causati dalla bassa qualità dell'assistenza prestata al malato.

Sanità,  2-8 febbraio 1999

 

COME ALLEVIARE LA COMPRESSIONE


Per prevenire la formazione di nuove lesioni o far rimarginare quelle esistenti, si deve evitare che le aree con lesione o a rischio siano sottoposte a compressione e frizione. Esistono in commercio numerosi tipi di materassi a questo scopo. Salvo rare eccezioni di sperimentazioni eseguite in contesto ospedaliero, su pazienti gravi e per letti molto costosi, non ci sono prove che un materasso o una superficie di supporto funzioni meglio di un'altra. Per una valutazione grossolana dell'efficacia, basta ricordare che la pressione di circolazione a livello capillare varia tra i 25 ed i 35 mmHg: qualsiasi livello di compressione superiore a questi valori ostacola comunque l'apporto di sangue (e ossigeno) all'area interessata. Le superfici di supporto indicate sono quelle dinamiche in grado di effettuare continue diminuzione di pressione nelle zone a rischio: deve avere una superficie che non trattenga l'umidità, che riduca l'accumulo di calore (per evitare che il paziente sudi), che riduca la frizione e la compressione, e deve avere un costo di gestione accettabile. Sono sconsigliate le ciambelle, che potrebbero addirittura aumentare il rischio di lesione. La compressione sul piano di appoggio crea infatti edema e congestione nella parte centrale, e questo ostacola ulteriormente la circolazione all'area lesa.
Anche se su una superficie morbida, si deve aiutare comunque il paziente a cambiare posizione, per evitare una compressione prolungata sulla stessa area. Gli intervalli raccomandati per eseguire i cambiamenti di posizione sono di due ore, ma possono essere modificati in base alle condizioni del paziente (completamente immobile o in grado di eseguire leggeri cambiamenti di posizione) e al tipo di superficie di appoggio

 

4- LA PREVENZIONE E L’USO DEI PRESIDI ED AUSILI

 

L'aumentato sviluppo delle piaghe da decubito porta questi pazienti ad un consumo di

enormi quantità di risorse sotto forma di:

 

- prestazioni mediche

- cure infermieristiche (nursing)

- terapie fisiche

- medicazioni

- supporti nutrizionali

- presidi e ausili per la prevenzione e cura delle lesioni da decubito.

- cure domiciliari

 

La prevenzione si prefigge due scopi:

 

1 - evitare l'insorgenza delle lesioni da decubito

2 - e/a lesione già instaurata limitarne al minimo la progressione.

 

Nonostante l'assistenza infermieristica intensiva,  le lesioni da decubito in Italia,  in uno studio effettuato su 20 Ospedali nell'anno 2001,  nei reparti di Medicina,  Ortopedia,  Geriatria,  Neurochirurgia,  Rianimazione,  Urologia,  mostrava una prevalenza dell'8, 6%.

I reparti con la maggior prevalenza risultavano le Rianimazioni con il 26, 6%,  le Neurochirurgie 13% e le Geriatrie l’1, 2%.

Quasi la metà delle lesioni che insorgono durante il ricovero appaiono entro 7 giorni di degenza.

Importantissimo è identificare i pazienti a rischio al momento dell'entrata in reparto. Si definisce paziente a rischio quel soggetto che a causa di fattori generali e locali legati ad una patologia o ad una complicanza di questa ha maggiore possibilità di contrarre lesioni da decubito e che quindi necessita di un piano di assistenza mirato.

Esistono numerosi sistemi; uno dei più utilizzati e semplici è la scala di Norton.

L'indice di Norton è un sistema sensibile creato ed adottato da un'infermiera inglese,  è facile da applicare,  prende in esame lo stato fisico generale,  lo stato mentale,  la deambulazione,  la mobilità e l'incontinenza.

A ciascuno di questi fattori si deve attribuire un punteggio da 1 (peggiore) a 4 (migliore). Il rischio di contrarre lesioni da decubito è lieve con un punteggio da 14 a 12. Il rischio diminuisce con l'aumentare del punteggio. L'applicazione di questo sistema di valutazione è molto semplice,  rapido ed affidabile. Il tempo per la compilazione di tale scala varia da 8 a 10 minuti.

 

 

 

 

SCALA A PUNTEGGIO DI NORTON

INDICATORI

VARIABILI

CONDIZIONI GENERALI

BUONE

DISCRETE

SCADENTI

GRAVI

STATO MENTALE

LUCIDO

APATICO

COMA APALLICO

COMA

MOBILITA'

AUTONOMA

POCO LIMITATA

MOLTO LIMITATA

IMMOBILITA'

INCONTINENZA FECALE

ASSENTE

OCCASIONALE

CONTROLLATA DA FARMACI

CONTINUA

punteggio indicatore

4

3

2

1

 

Punteggio finale

RISCHIO ASSENTE: da 16 a 15

RISCHIO LIEVE: da 14 a 12

RISCHIO ELEVATO: uguale o inferiore a 11

 

 

 

Un altro punto importante nella prevenzione è l'osservazione costante e la pulizia della cute:

 

a - osservazione durante le fasi di igiene del malato

b - pulizia della cute integra: detersione con acqua e detergenti debolmente acidi e non irritanti; asciugatura per tamponamento e non per strofinamento; applicazione di piccole quantità di oli o creme idratanti che aiutano la pelle e prevengono la macerazione nei casi di incontinenza.

 

Poi abbiamo la mobilizzazione regolare e continua. I pazienti allettati dovrebbero essere mobilizzati ogni 2 o 3 ore.

Anche i pazienti in carrozzella dovrebbero essere mobilizzati,  se sono in grado di muoversi autonomamente,  si consiglia di cambiare postura ogni 15 minuti circa.

L’utilizzo di sistemi di supporto:

 

a -

cuscini antidecubito

b -

materassi speciali: in gommapiuma con delle nicchie a livello del sacro,  nuca e talloni,  nelle quali vengono inseriti cuscinetti in silicone che hanno uno scopo protettivo e distribuiscono la pressione su una superficie maggiore

c -

materassi ad acqua

d -

materassi ad aria con tubi longitudinali,  trasversali e a rombi.

Sono invece da scoraggiare l'uso di alcuni sussidi,  di largo impiego in passato,  che si sono    dimostrati non solo inefficaci ma addirittura lesivi ( ad esempio vello di pecora e ciambelle)

e -

utilizzo di archetti: per tenere sollevate le coperte ed evitare così l'insorgenza di lesioni a livello degli arti inferiori nei pazienti con deficit di movimenti sugli stessi

 

Un altro punto cardine della prevenzione è il controllo dell'alimentazione e dell'idratazione. E' di primaria importanza che i pazienti siano sempre adeguatamente idratati e alimentati in modo equilibrato con una dieta ipercalorica ricca di carboidrati e proteine per garantire un bilancio azotato positivo e con un giusto apporto di vitamine e sali minerali.

Nei pazienti affetti da una patologia acuta (coma,  ictus ecc.) questa non è l'unica causa che incide sulla malnutrizione,  ma l'influenza negativa è dovuta all'immobilità stessa.

 

5 – TRATTAMENTO DELLE PIAGHE DA DECUBITO (linee guida - protocolli)

 

Possiamo schematizzare in cinque punti chiave il trattamento delle piaghe da decubito.

 

1

Detersione con soluzione fisiologica o ringer lattato (si preferisce per il solo contenuto di sali di potassio i quali favorirebbero un ambiente più idoneo alla crescita  cellulare).

 

2

Disinfezione: si userà il disinfettante più idoneo al tipo di lesione,  in concentrazione non elevata e seguito sempre dal lavaggio con soluzione fisiologica.

L'utilizzo degli antibiotici topici è una pratica controversa; alcuni autori asseriscono che si possono manifestare fenomeni di sensibilizzazione ed allergie. Comunque nelle più recenti linee guida è raccomandato l'impiego in quelle piaghe deterse che non guariscono o che producono continuo essudato.

 

3

Trattare la zona circostante la lesione con prodotti dermoprotettivi.

 

4

Medicazione : eseguita sempre con guanti monouso per limitare la contaminazione.

La medicazione deve creare sulla superficie della lesione condizioni ottimali di temperatura (37°C) e di umidità e ossigeno. Nel frattempo proteggere l'ulcera dai danni meccanici e contaminazione batterica.

 

5

Frequenza delle medicazioni : la frequenza delle medicazioni varia dai prodotti e

dallo stadio in cui si trova la piaga. Una complicazione abbastanza grave e comune che

può mettere in pericolo di vita lo stesso paziente è la setticemia. In base all'agente

batterico la lesione si modifica con caratteristiche particolari.

- infezione da Proteus o Pseudomonas = fa assumere secrezioni color verdastro

- infezioni da Streptococchi con formazione di eritema

- infezioni da Stafilococchi determinano la formazione di ascessi

- infezioni da anaerobi cattivo odore e necrosi

- infezioni da candida formazione di vescicole rotondeggianti su un forte eritema diffuso

 

 

 6 – MATERIALI ESISTENTI IN COMMERCIO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

7 – CONCLUSIONI

 

-                     Applicare la scala di Norton, che permette di individuare le persone a rischio. Esempio: Su 20 pazienti 10 all'accettazione risultano a rischio.

-                     Richiedere presidi e ausili. ( archetti,  materassi antidecubito,  ecc.)

-                     Applicare il protocollo clinico per l'esecuzione della medicazione in maniera da seguire le stesse linee guida.

-                     Richiedere l’aggiornamento per il personale infermieristico nei reparti di medicina per il trattamento delle lesioni da decubito.

-                     Valutare e richiedere i prodotti esistenti nel P.T.O.

-                     Nel momento dell' accettazione in reparto di un paziente che presenta lesioni da decubito, il medico deve annotarle nella cartella clinica.

    

 

Bibliografie:

 

Aggiornamenti Helios

 

3 - 4 - 2000 Formazione continua del personale sanitario

 

1 - 1999 il trattamento delle ulcere da decubito : aggiornamento

 

1 - 2000 Protocollo per prevenire e trattare le lesioni da decubito

 

2 - 2000 Effetti metabolici e nutrizionali della sindrome da immobilizzazione

 

Gerontologia e Geriatria F. CAVAZZUTI

Aggiornamenti delle Associazioni Infermieristiche per lo studio delle lesioni cutanee.